Riepilogo
- 1. Il Wi-Fi pubblico non è sicuro: vero
- 2. Usare il proprio computer personale al lavoro è rischioso: vero
- 3. Gli antivirus non servono più: falso
- 4. Una password complessa è sufficiente? Vero, ma non del tutto
- 5. La navigazione privata non è davvero privata: vero
- 6. I dispositivi Apple sono più sicuri? Falso
- 7. L’icona del lucchetto indica un sito sicuro? Sì, ma…
- Falsi miti in cybersicurezza: i punti chiave
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Dominio a volte tecnico e spesso frainteso, la cybersicurezza è accompagnata da numerosi falsi miti.
Dalle reti Wi-Fi pubbliche alle password e alla navigazione in Internet, circolano molte raccomandazioni, talvolta contraddittorie, e può essere difficile distinguere il vero dal falso.
Esistono però soluzioni di sicurezza efficaci e semplici da implementare per proteggere i propri dati, anche per startup e PMI che non dispongono necessariamente di un esperto di cybersicurezza su cui fare affidamento.
Quali sono i falsi miti più comuni in cybersicurezza? Quali sono i migliori consigli da seguire in materia di sicurezza informatica? Quali soluzioni privilegiare?
Ecco una raccolta delle principali idee ricevute in cybersicurezza.
1. Il Wi-Fi pubblico non è sicuro: vero
Perché evitare il Wi-Fi pubblico e quali sono i rischi?
Le reti Wi-Fi pubbliche, ad esempio in stazioni o aeroporti, sono pratiche per i collaboratori in mobilità ma presentano seri rischi.
Un punto d’accesso mal configurato può permettere l’intercettazione di dati sensibili (come credenziali e password), usati poi in attacchi Man-in-the-Middle (MITM).
Come riconoscere una rete Wi-Fi non sicura?
Un segnale può essere la mancanza dell’icona del lucchetto accanto al nome della rete, ma non è una regola infallibile.
Meglio adottare un approccio prudente e considerare ogni Wi-Fi pubblico gratuito come non sicuro.
Come navigare in sicurezza su un Wi-Fi pubblico?
- Evitare il Wi-Fi pubblico
- Usare hotspot da smartphone
- Se necessario, utilizzare una VPN che cripta le connessioni e maschera l’indirizzo IP
2. Usare il proprio computer personale al lavoro è rischioso: vero
Quali sono i rischi del BYOD?
La pratica BYOD (Bring Your Own Device) aumenta le probabilità di perdita di dati:
- mancanza di aggiornamenti regolari
- installazione di app non sicure
- protezione inferiore rispetto ai device aziendali
In caso di furto, i dati professionali rischiano di finire in mani malevole.
Quali sono le principali minacce?
- Phishing via email
- Malware e applicazioni false
- Attacchi mirati ai dispositivi mobili
Come mettere in sicurezza i dispositivi professionali?
Implementare un MDM (Mobile Device Management) che consente di:
- effettuare aggiornamenti di sicurezza da remoto
- cifrare i dati
- bloccare e resettare i device in caso di furto
- attivare firewall
Inoltre, i backup regolari sono fondamentali.
Pro e contro del BYOD
- Pro: riduzione dei costi, aumento percepito della produttività
- Contro: i device personali non sono gestibili dall’IT e diventano punti d’ingresso insicuri
3. Gli antivirus non servono più: falso
A cosa serve un antivirus?
Un antivirus rileva e rimuove virus e malware.
Le soluzioni moderne non si limitano più a database di minacce note, ma:
- monitorano il comportamento dei programmi
- analizzano file
- eliminano codici malevoli
Come scegliere un antivirus?
- Evitare quelli gratuiti: troppo limitati per aziende
- Preferire i Next-Generation Antivirus (NGAV) con:
- protezione avanzata dei terminali
- rilevamento phishing
- analisi in tempo reale via AI e machine learning
4. Una password complessa è sufficiente? Vero, ma non del tutto
Cos’è una password complessa?
- Almeno 12 caratteri
- Maiuscole, minuscole, numeri e simboli
- Password diverse per ogni account
L’ottimizzazione delle password è una buona pratica fondamentale per PMI e startup.
PMI, startup: 6 buone pratiche per la cybersicurezza
Perché non basta?
La migliore soluzione è aggiungere autenticazione a due fattori (2FA) e utilizzare un gestore di password.
5. La navigazione privata non è davvero privata: vero
Cos’è la navigazione privata?
I browser non salvano cronologia, cookie o form.
In realtà, però, non è sinonimo di anonimato: l’attività rimane visibile a siti, amministratori di rete e provider.
Come rendere anonima la navigazione?
Usare una VPN che cifra i dati e assegna un nuovo IP, garantendo riservatezza.
6. I dispositivi Apple sono più sicuri? Falso
Non sono immuni
I Mac e gli iPhone sono sempre più presi di mira.
Minacce: phishing, malware, spyware, app fraudolente.
Buone pratiche per proteggerli
- Aggiornare sempre il sistema
- Usare solo app sicure
- Evitare link sospetti
- Attivare biometria e password forti
- Considerare soluzioni di sicurezza specifiche
7. L’icona del lucchetto indica un sito sicuro? Sì, ma…
Cosa significa?
L’icona segnala che la comunicazione è cifrata tramite HTTPS.
Non garantisce però che il sito sia legittimo.
Perché non basta?
I siti fraudolenti possono avere certificati HTTPS validi.
Il phishing sfrutta proprio questa fiducia e induce l’utente a inserire dati sensibili.
Come verificare un sito?
- Controllare attentamente l’URL
- Evitare di cliccare link ricevuti via email o SMS
- Usare firewall, antivirus e VPN aziendali
Falsi miti in cybersicurezza: i punti chiave
- Il Wi-Fi pubblico non è sicuro → usare una VPN.
- Usare device personali per lavoro è rischioso.
- Gli antivirus restano utili (preferire NGAV).
- Le password complesse non bastano: aggiungere 2FA.
- La navigazione privata non è anonima.
- I dispositivi Apple vanno protetti come tutti gli altri.
- L’icona del lucchetto non basta a garantire la sicurezza.
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